Un fenomeno curioso, legato a quanto già accennato in un’altra puntata di questa rubrica, è la presenza di espressioni latine in italiano e in inglese che possono avere associazioni diverse per i parlanti delle rispettive lingue.
Un caso emblematico è la famosissima locuzione ‘qui(d) pro quo’. Per un italiano, essa vuol dire sostanzialmente ‘un equivoco’, ‘un fraintendimento’. Nei Paesi di lingua inglese, invece, la stessa espressione indica il concetto di ‘scambio’, ‘qualcosa dato in cambio di qualcos’altro’. In effetti, risalendo al significato letterale in latino, ovvero “qualcosa PER / AL POSTO DI qualcos’altro”, si capisce perché possa avere entrambe le accezioni.
Tuttavia, questa espressione si è specializzata in italiano con un senso, in inglese con un altro.
Curiosamente, noi italiani utilizziamo un’altra locuzione latina per esprimere il concetto di scambio in questo senso, ovvero l’altrettanto famosa ‘do ut des’.
Ciò che sorprende è che a molti traduttori dall’inglese all’italiano spesso sfugge questo aspetto importante (potrebbe sembrare assurdo tradurre dal latino al latino, ma tant’è), venendosi a creare problemi di comprensione per chi legge o ascolta una traduzione che non tiene conto di quanto detto.
Un esempio interessante è la resa, nella versione italiana del bellissimo film “Il Silenzio degli Innocenti”, di una battuta di Hannibal Lecter che chiede alla protagonista Clarisse Starling di fornirgli dettagli personali in cambio di informazioni sul caso che la detective sta seguendo, definendo questo scambio, in italiano, come ‘qui pro quo’.
La resa corretta in italiano sarebbe dovuta essere appunto, come ormai risulta chiaro ‘do ut des’. Quello che il traduttore ha generato è un vero e proprio ‘qui pro quo’ per lo spettatore. Proprio quello che NON ci vuole!